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Eventi
Potenzialità, meriti, limiti, travisamenti e banalizzazioni delle applicazioni cliniche e psicosociali delle pratiche di consapevolezza! Un percorso in cinque tappe tra Padova e Milano, 17-21 marzo 2014 (Milano - 21 marzo dalle 9.30). Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Padova
Workshop introduttivo a corporeità e meditazione 17 marzo
Pratiche meditative: consapevolezza, corporeità, etica 18 marzo
Mindfulness-mania I 19 marzo
Prospettive culturali tra Oriente e Occidente 20 marzo
Milano
Mindfulness-mania II 21 marzo
La recente ed epidemica popolarità della cosiddetta “mindfulness” porta con sé potenzialità e rischi. Nella sua intenzione originaria la prospettiva della mindfulness deriva ed è fondata sulle pratiche di meditazione di consapevolezza – una delle principali tradizioni meditative del Buddhismo classico – e sulla visione dharmica che in queste pratiche si incarna (così come avviene in altre tradizioni contemplative). La mindfulness e i protocolli mindfulness-based consistono essenzialmente nel proporre un livello introduttivo, iniziale di pratica di meditazione di consapevolezza. Questo livello introduttivo, accompagnato da alcuni elementi e conoscenze che derivano dalla scienza occidentale, offre una “forma”, un veicolo adatto alla nostra cultura e adeguato ai contesti quotidiani, all'esperienza di vita che incontriamo tutti i giorni. Attraverso questa “forma”, ossia i programmi mindfulness-based, il potere liberatorio e quindi terapeutico della consapevolezza è stato sperimentato anche in ambiti clinici e psicosociali per affrontare le molte forme - dalle più evidenti alle più sottili, da quelle non cliniche a quelle francamente psicopatologiche - con cui la sofferenza (dukkha) ci coglie e ci annebbia: insoddisfazione pervasiva, disagio, stress, ansia, depressione, dipendenze... La modalità di protocollo, quindi studiabile e verificabile con i metodi della scienza occidentale, ha permesso poi di dimostrare l'efficacia clinica e terapeutica della meditazione di consapevolezza: i mindfulness-based interventions (MBIs) sono oggi riconosciuti come interventi evidence-based e accolti nelle linee guida internazionali per il trattamento di alcuni disturbi.
Nel contempo le pratiche meditative in generale sono diventate un'area di ricerca in cui le neuroscienze trovano condizioni uniche per lo studio dei processi mentali e soprattutto della coscienza, perché le tradizioni contemplative ci indicano la strada per ampliare la nostra visione circa la natura della mente umana. I metodi della scienza, però, se possono dare conferme o ipotesi di spiegazione a certi livelli, non possono però mai e in nessun caso sostituirsi all'esperienza diretta, personale, intima che ciascuno di noi può sperimentare in quello stato di coscienza indicato come “consapevolezza silenziosa”. In sintesi, la potenzialità e il merito della prospettiva della mindfulness sembra consistere soprattutto nel rappresentare una porta di accesso, contemporanea e particolarmente adatta alle nostre condizioni di vita, alla dimensione della consapevolezza intuitiva.
Tuttavia, la popolarità crescente si accompagna, come sempre, a grandi rischi che possono finire col dissipare le potenzialità offerte dalla prospettiva della mindfulness, o addirittura tradirla e capovolgerla nella sua parodia e nel suo opposto. Il rischio di una banalizzazione superficiale e in ultima analisi del tutto inefficace. Il rischio della diffusione di proposte della mindfulness come “ tecnica di rilassamento” e “spa emozionale” finalizzata al “benessere” e al semplice conforto psicologico, equivocando così proprio il suo nucleo che consiste nell'entrare realmente in relazione con la
propria sofferenza, cogliendone il potere di verità. Il rischio di una concezione riduzionista o scientista, che la travisa come “tecnica terapeutica” e pretende di ri-tradurla in una qualche cornice concettuale già esistente (comportamentale, cognitiva, psicodinamica, neuroscientifica...) restringendola e rinunciando alla profondità della visione da cui sorge. Il rischio di mettere in circolo una visione sentimentale, edificante, in ultima analisi consolatoria e difensiva della consapevolezza, che non ci mette personalmente in gioco. Il rischio di dimenticare i limiti oggettivi di quella modalità solo introduttiva alla meditazione di consapevolezza che è la “forma mindfulness” e di presentarla in modo quasi messianico e salvifico, messaggio da portare al mondo come se dei mali del mondo fosse la soluzione, facendone quindi occasione di farsi suoi profeti e guadagnare visibilità.
Le quattro giornate di questo percorso intendono affrontare in modo diretto e chiaro le questioni generate dall'attuale diffusione della mindfulness, promuovendo un dibattito e un pensiero critico sereno ma rigoroso. Le diverse giornate affronteranno -a Padova e a Milano con angolature diverse- il fenomeno della “mindfulness mania” e i temi toccati sopra nella cornice di una più ampia riflessione sulla pratica meditativa, sull'attuale rapporto tra Oriente e Occidente e sulla questione centrale della relazione tra il fenomeno mindfulness e la visione del Dharma.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Per prenotare inviare una mail con il proprio nominativo all’indirizzo neuromania.convegno@gmail.com specificando se si partecipa alla giornata di Milano o a quelle di Padova e i giorni di partecipazione. Per le giornate di Padova è necessario anche prenotare i pranzi cui si desidera partecipare, che presso il Ristorante Palazzo Zacco sono fissati a 15euro. Per ulteriori informazioni contattare il numero 340.7327620. Per aggiornamenti visitare il sito www.neuromania.it.