Eventi

Writers continua - "Un anno parlato dalla notte" di Peter Handke
mercoledì 12 giugno 2013
via Piranesi 10 Milano

"Un anno parlato dalla notte"(Moretti & Vitali) sarà presentato da Luigi Zoja e Marco Belpoliti conduce Francesco Cataluccio.

 

Ingresso gratuito scaricando questo invito

 

Per info: www.morettievitali.it

ufficiostampa@angelamelgrati.it

Foto testo

PARIGI. Matite, dappertutto matite. Anche uno dei suoi libri si chiama Storia della matita. Peter Handke è uno dei più importanti scrittori di oggi. Un autore completo: anche di testi per il teatro (iniziò la carriera sconvolgendo gli spettatori con Insulti al pubblico) e per il cinema (insieme a uno dei più noti registi, Wim Wenders). Ma quando scrive, come da bambino, scrive a matita. Ci mostra la sua casa. Vive solo, a mezz'ora da Parigi. Delle figlie restano gli animali di pezza e le altezze incise sul muro. Tre tavoli in casa, due in giardino: e battaglioni di matite schierati su ognuno. Non vedo schermi, né di televisioni né di computer. Handke è intransigente, anche con se stesso. Niente fiere del libro, festival culturali. Ha accettato questa intervista attraverso un amico fotografo, Danilo De Marco. Forse non è una coincidenza. Anche Danilo lavora a bassa intensità tecnologica: con la pellicola fotografica in bianco e nero. Non ha mai incontrato uno psicoanalista, né per consultarlo né in società: evento così raro che già meriterebbe uno studio, visto che ha vissuto fra intellettuali in Austria, Stati Uniti, Francia e altro. Oggi il pretesto è uno dei suoi libri più sorprendenti: Un anno parlato dalla notte, (edizioni Moretti&Vitali) appena pubblicato in italiano. Un testo scritto sotto dettatura dell'inconscio. k Da sempre Handke annota molti sogni. Estrae un taccuino più piccolo di un pacchetto di sigarette, dove prende appunti in qualsiasi momento. Frasi che ha ascoltato e lo hanno colpito. Lo sfoglia. Molte sono siglate «adN» (aus der Nacht: dettate dalla notte, ci spiega). Leggendole a noi, poco alla volta si emoziona, si sorprende di se stesso: la voce che gli ha parlato di più non è quella di altre persone, è quella dei suoi stessi sogni. Parole che risuonano come fiabe: «Se vuoi partire, guarda il tuo volto nel penultimo specchio».

 

Estratto da Il Venerdi di Repubblica - N.1316 - 7 giugno 2013, Cultura di dialoghi al buio, "I sogni di Peter Handke" di Luigi Zoja.

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